I Gerda sono un caso più unico che raro in Italia: basti dire che suonano assieme da vent’anni, senza mai aver sostenuto alcun cambio di formazione e senza mai essersi concessi prolungati periodi di inattività. Con Black Queer arrivano al pregevole traguardo del quinto album in studio (ma si possono contare anche diversi split all’attivo, con band come Moe, Lleroy o Dead Like Me): la formula resta quella che li contraddistingue dagli albori, basata su un noise sanguigno, declinato con veemenza punk e condito da una certa sfacciataggine tipica dell’hardcore. Tuttavia, Black Queer ci mostra anche dei lati ad oggi inediti del quartetto di Jesi, che a tratti sembra volerci mostrare una prospettiva nuova e più intima di sé, quasi introspettiva, sempre carica di tensione ma, talvolta, ridimensionata nella sua ferocia: la grammatica della band resta quella che abbiamo imparato a conoscere e riconoscere nel corso di questi 20 anni, ma il tono di voce utilizzato in questo disco sa essere autoritario anche quando non sente il bisogno di alzare la voce. Per un gruppo che ha questa storia e questo percorso, citare band di riferimento potrebbe risultare inopportuno ed inappropriato: i Gerda hanno già tracciato da tempo la rotta che segna il proprio viaggio, plasmando un suono che appartiene solo a loro.
SP37 - GERDA - Black queer - LP 12"
I Gerda sono un caso più unico che raro in Italia: basti dire che suonano assieme da vent’anni, senza mai aver sostenuto alcun cambio di formazione e senza mai essersi concessi prolungati periodi di inattività. Con Black Queer arrivano al pregevole traguardo del quinto album in studio (ma si possono contare anche diversi split all’attivo, con band come Moe, Lleroy o Dead Like Me): la formula resta quella che li contraddistingue dagli albori, basata su un noise sanguigno, declinato con veemenza punk e condito da una certa sfacciataggine tipica dell’hardcore. Tuttavia, Black Queer ci mostra anche dei lati ad oggi inediti del quartetto di Jesi, che a tratti sembra volerci mostrare una prospettiva nuova e più intima di sé, quasi introspettiva, sempre carica di tensione ma, talvolta, ridimensionata nella sua ferocia: la grammatica della band resta quella che abbiamo imparato a conoscere e riconoscere nel corso di questi 20 anni, ma il tono di voce utilizzato in questo disco sa essere autoritario anche quando non sente il bisogno di alzare la voce. Per un gruppo che ha questa storia e questo percorso, citare band di riferimento potrebbe risultare inopportuno ed inappropriato: i Gerda hanno già tracciato da tempo la rotta che segna il proprio viaggio, plasmando un suono che appartiene solo a loro.
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